Adesso la priorità è il lavoro

Adesso la priorità è il lavoro

Intervista rilasciata da Enrico Letta a Diodato Pirone, pubblicata su Il Messaggero, mercoledì 22 agosto

Guarda caso, una delle chicche dell`imminente edizione di 2012 di VeDrò, il think tank fondato nel 2005 da Enrico Letta è una giornata di confronto senza rete con alcuni rappresentanti delle agenzie di rating “ho imparato ad essere prudente sui loro giudizi – dice il vicesegretario del Pd Enrico Letta – ma questo confronto organizzato da veDrò sarà davvero interessante per capire meglio qual è la loro visione delle prospettive italiane e come sta cambiando”.

Ma la sua opinione qual è? Come mai questo improvviso cambiamento di rotta?

“Resto freddo sui vaticini. Questo vale per le docce gelate e anche per giudizi diversi. Sia come sia, è chiaro che l`Italia non ha risolto i suoi problemi, ma con il governo Monti ha deciso di affrontarli prendendoli finalmente di petto”.

E quindi cosa dobbiamo fare questo autunno? Ancora austerità?

“Da un lato dobbiamo evitare di disperdere gli sforzi e i sacrifici che abbiamo compiuto negli ultimi nove mesi. Dall’altro la campagna d’autunno che abbiamo davanti è quella della crescita”.

Facile dirlo…

“E’ fondamentale che nel Paese non si diffonda l’idea che l’austerità non serva a nulla. Il rischio che corriamo è che si sviluppi un senso di frustrazione, quindi dobbiamo fare in modo di lavorare sul denominatore del PIL, sulla crescita, in modo che l’ultimo trimestre dell’anno segni un’inversione di tendenza e ci consenta di evitare che anche il 2013 sia un anno di recessione”.

Monti, Fornero e Passera nei giorni scorsi hanno lanciato un messaggio molto chiaro: noi abbiamo risanato, ora tocca alle imprese muoversi. Lo condivide?

“In autunno si dovrà lavorare sul fronte del lavoro. Monti ha fatto benissimo a impostare la ripresa sul tema dei giovani”.

Ma a suo giudizio la società italiana ha la forza di reagire alla crisi?

“Abbiamo un tessuto imprenditoriale fortissimo e diffuso nel Paese. Le energie ci sono, come prova l’andamento dell’export. Io poi sono convinto da sempre che l’Italia debba avere un futuro industriale e manifatturiero, anche se il made in Italy deve concentrarsi di più su produzioni di qualità, ecostostenibili, e in grado di vincere su mercati globali”.

Possono farcela da sole le imprese?

“Trovo che una delle innovazioni più interessanti del governo Monti sia stata quella di istituire un ministero dello Sviluppo economico molto forte. Questa strada andrà irrobustita in futuro per avere un ministero dell’economia reale con poteri analoghi a quello dell’economia finanziaria”.

Il governo sembra assegnare alcuni compiti a casa autunnali alle aziende. Ma quali sono quelli dell’Esecutivo?

“Il tema di Mario Monti e Mario Draghi è quello di riuscire a far cambiare rotta alla politica europea. Un tema strategico sul quale si giocheranno anche le elezioni americane come testimonia l’evidente tifo dell’amministrazione Obama per le tesi delineate nei mesi scorsi da Monti contro quelle troppo centrate sull’austerity indicate dalla Germania”.

Ieri Giuliano Amato, sul Messaggero, ha detto che sarebbe sbagliato abbandonare l’agenda Monti. Lei come la vede?

“La vedo allo stesso modo. L’agenda Monti non sarà una parentesi semestrale ma un’impostazione di lungo periodo. Penso che il 2013 sarà come il 1993, un anno zero”.

Sarà un anno di elezioni…

“E la politica dovrà aggiungere la parola speranza al programma del governo Monti”.

Come?

“A partire dalle prossime riforme e quindi a settembre: nuova legge elettorale, legge anticorruzione e chiari segnali di semplificazione e antievasione sul fisco”

Con quali obiettivi?

“Ridare il potere di scegliere i propri rappresentanti ai cittadini ed evitare, con norme ad hoc anti corruzione, che alle prossime elezioni possano presentarsi candidati in posizioni compromesse e compromettenti. Quello della legalità è un tema importantissimo per un nuovo inizio dell’Italia”.

Perché?

“Per tornare a crescere serve più trasparenza. Non a caso un’altra sessione di veDrò sarà dedicata al tema “La legalità conviene”, affidato a due relatori come Raffaele Cantone e Nicola Gratteri”.

 Sul disegno di legge anticorruzione appare difficile raggiungere un compromesso nella strana maggioranza che sorregge il governo Monti. I distinguo del Pdl non si contanto più…

“È vero, sarà difficile ritrovare l’equilibrio. Ma noi riponiamo molta fiducia nel ministro della Giustizia, Paola Severino, la cui azione si è rivelata un punto di forza dell’esecutivo e che non ha sbagliato un colpo”.

In qualche modo collegata alla legge anticorruzione c’è anche il nodo delle intercettazioni. Cosa pensa delle polemiche che si sono sviluppate anche intorno al ricorso alla Consulta del Quirinale contro la Procura di Palermo?

“La correttezza del comportamento del Presidente della Repubblica credo sia furoi discussione. Tra le linee espresse nei giorni scorsi da Gustavo Zagrebelsky da una parte e da Eugenio Scalfari e Valerio Onida dall’altra, preferisco la seconda perché trovo che difendano con grande efficacia la linea del Quirinale e affrontino con equilibrio la questione delle intercettazioni. Sulla quale, ripeto, ho fiducia nelle capacità del ministro Severino”.

Ultima domanda: ma lei vede una coalizione dopo le politiche 2013?

“Mi sembra un’ipotesi molto lontana. E la lontananza è data dal ritorno in campo di Silvio Berlusconi che la rende poco credibile”.