Niente veti e mandato fino al 2013. Foro delle riforme in Parlamento

Niente veti e mandato fino al 2013. Foro delle riforme in Parlamento

Intervista rilasciata da Enrico Letta ad Antonella Baccaro, pubblicata su Il Corriere della Sera domenica 13 novembre 2011

II vicesegretario Pd: bene i tecnici, inimmaginabile unire politici di fronti opposti

ROMA – Un governo di tecnici, che duri sino alla fine della legislatura, per attuare un programma rigoroso che ci riporti a pieno titolo tra i big europei. Un foro politico che vari in Parlamento le riforme improrogabili, compresa la legge elettorale. E niente veti da parte di chi sostiene il governo. Enrico Letta, vicesegretario del Pd, sostenitore dalla prima ora del governo di «larghe intese», è convinto che l`esecutivo Monti cambierà le cose nel nostro Paese. Ma anche in Europa.

Non è un`aspettativa troppo elevata?

«Questa è una svolta per l`Italia ma anche per l`Europa; dove la Commissione è in crisi, sostituita dall`asse franco-tedesco. Merkel e Sarkozy fanno i giocatori e gli arbitri e questo non va bene».

E il senatore Monti, in veste di presidente del Consiglio, riporterà l`orologio indietro?

«Monti ha gli strumenti per trattare alla pari con gli altri leader. Sarkozy e Merkel, d`altro canto, sanno che c`è bisogno di un`Italia che non affondi».

Qualcuno dice che Monti sarebbe addirittura un`emanazione dell`asse franco-tedesco.

«Monti è propugnatore di un`idea di Europa diversa da quella interpretata da Merkel e Sarkozy, un`Europa comunitaria, alla Delors».

Che tipo di governo sarà quello di Monti?

«Dovrà essere un esecutivo sostenuto da una fiducia piena e un mandato a durare per tutta la legislatura».

Per fare cosa prima di tutto?

«Cose impegnative, che stanno nell`alveo dei temi della lettera della Bce, di quella del governo a Bruxelles, dei 39 punti del questionario un po` umiliante del commissario Rehn, il tutto reinterpretato con le parole equità e rilancio».

Proprio la lettera della Bce è stata oggetto di divergenze nel suo partito…

«La lettera della Bce è molto invecchiata: è di quattro mesi fa. Era un`altra Ue e un`altra Italia. L`urgenza oggi è maggiore e quindi quel testo va aggiornato».

In che modo?

«In questo momento pesa molto di più la capacità di sintesi, di creatività che può mettere in campo Monti: lo ascolteremo».

Senza porre veti?

«Non è stagione di veti questa. Ogni partito dovrà accettare che il proprio programma non sarà del tutto rispettato. Servirà uno spirito come quello espresso fin qui dal presidente Napolitano».

Ma a sinistra, come a destra, c`è già chi dipinge Monti come espressione dei poteri forti…

«Assurdo. Monti è il migliore interprete di quella economia sociale di mercato che può essere il punto di sintesi politica della maggioranza di larghe intese che lo sosterrà. Un`economia sociale di mercato, alla Wilhelm Röpke, che in Italia ha sempre faticato a imporsi».

Sarà un governo di tecnici?

«È  la nostra richiesta legata al momento che stiamo vivendo. C`è bisogno di decantazione: è inimmaginabile che dopo 17 anni si possano mettere uno accanto all`altro politici di fronti contrapposti».

Quali altre condizioni avete posto?

«Che accanto al governo ci sia un foro politico che affronti riforme politiche parlamentari e ritrovare credibilità. È la stagione in cui possiamo risolvere problemi come il bicameralismo perfetto, il numero dei parlamentari, la legge elettorale, che è uno dei grossi guai italiani.

Ma c`è il clima adatto per affrontare queste riforme?

«Su molti di questi temi si erano già fatti passi avanti importanti, ma la sovrastruttura dello scontro ha reso impossibile il lavoro comune».

Veramente il problema non sembra solo la divisione tra i soliti fronti, ma la dispersione che si sta manifestando all`interno di ciascun fronte. Tra i partiti del «patto di Vasto», ad esempio, chi voterà Monti?

«Lo vedremo tra poche ore. I comportamenti saranno determinanti: chi sosterrà il governo avrà voce in capitolo anche sulle riforme. Questo 12 novembre è come il 9 novembre dell`89, come la caduta del muro di Berlino. Il cambiamento della politica sarà tale che noi non ne vediamo ancora i contorni. Spero che venga rispettato il travaglio in corso nei partiti».