Onu, cercasi leader capace di cogliere i cambiamenti

Onu, cercasi leader capace di cogliere i cambiamenti

ylsummitMarco Moussanet per Il Sole 24 Ore del 19 gennaio 2016

Un leader. In grado di rilanciare il multilateralismo in un momento in cui il mondo ne ha un bisogno drammatico. È questo il messaggio uscito dal primo dei due giorni del convegno «Youth & leaders summit» organizzato a Parigi dalla Psia, la Paris school of international affairs di SciencesPo che dal settembre scorso è guidata dall’ex premier italiano Enrico Letta.

Davanti alle centinaia di ragazzi che hanno riempito l’aula magna di rue Saint-Guillaume, dirigenti politici ed economici di tutto il mondo hanno cercato di rispondere al tema dell’incontro: quale agenda per il futuro segretario delle Nazioni Unite? A fine 2016 scade infatti il secondo (e ultimo) mandato di Ban Ki-moon e Letta ritiene che questo appuntamento, «uno dei più importanti dell’anno», meriti un dibattito globale e aperto nella società, uscendo dai classici circuiti diplomatici. «La Cop 21 – ha spiegato Letta – dimostra che il multilateralismo non è morto e anzi deve essere rilanciato. Tanto più in un mondo caratterizzato dalla duplice emergenza del terrorismo e dei rifugiati. Due temi che non possono stare fuori dall’agenda del futuro segretario generale dell’Onu». Un concetto ripreso da Giuliano Amato: «L’entità dell’ondata migratoria ha travolto le regole che ci eravamo dati, dimostrando quanto siano superate e inadeguate a gestire il fenomeno. Con 60 milioni di rifugiati, di migranti che sono sempre meno motivati da ragioni economiche e sempre più spesso richiedenti asilo, siamo in presenza di una crisi mondiale, destinata a durare a lungo. Alla quale bisogna rispondere con una governance mondiale, perché le risposte nazionali, o europee, sono insufficienti».

Uno scenario nel quale l’Europa è però chiamata a giocare un ruolo di primo piano. Come hanno sottolineato Letta («Serve un’Europa forte, con una vera politica estera comune, perché non possiamo permetterci uno sfilacciamento del multilateralismo») e il ministro francese dell’Economia Emmanuel Macron: «È impossibile immaginare un mondo in pace senza un’Europa unita e forte. Siamo alla fine di un decennio perduto, durante il quale sono aumentati squilibri e divergenze. Ora siamo a un incrocio, con nuove sfide da raccogliere. Lo statu quo non è una soluzione. E anzi porterebbe allo smantellamento dell’Europa e dell’Eurozona. Bisogna accelerare le riforme, dando alla zona euro un budget e un commissario ad hoc. Bisogna ridare slancio al progetto europeo, basandosi sull’intreccio tra responsabilità e solidarietà. Quella solidarietà che negli ultimi tempi è tanto mancata».

Cosa serve all’Onu? «Un po’ di potere», risponde con un amaro sorriso Romano Prodi, che le Nazioni Unite le conosce bene. «Ma non sono ottimista – aggiunge – perché mi sembra impossibile immaginare un vero cambiamento finché restano il consiglio di sicurezza, i diritti di veto, i limiti al finanziamento. L’Onu ha dimostrato di essere in grado di far fronte ai piccoli conflitti ma non ai grandi. Quando viene coinvolto uno dei Paesi membri del consiglio di sicurezza tutto si ferma». Una candidatura Prodi all’Onu? L’ex premier e presidente della Commissione Ue nega risolutamente. «Per ragioni anagrafiche», dice (ha 76 anni, quando Ban in uscita ne ha 71). «E di sesso», aggiunge. Già, perché sono in molti a dire che il futuro segretario dovrà essere una donna. Meglio se europea, magari dell’Est. Un profilo che sembra fatto su misura per Irina Bokova, l’ex diplomatica bulgara di 63 anni il cui mandato alla guida dell’Unesco scadrà nel 2017 e ufficialmente candidata al Palazzo di vetro. «Con un mandato unico di sei anni», propone Letta. Così non passa i primi quattro a cercare i consensi per una rielezione