Premier metta faccia accanto alla parola sacrifici

Premier metta faccia accanto alla parola sacrifici

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi «non può fare sempre la parte dell’ottimista. Vada in tv e metta la sua faccia accanto alla parola sacrifici, se sacrifici gli italiani devono fare. Cominci a metterci la faccia». Lo ha detto Enrico in un incontro a Milano con sindacati e imprenditori. «Berlusconi non può come sempre fare la parte dell’ottimista e lasciare a Tremonti e all’opposizione la parte dei cattivi. Noi, a questo gioco stavolta non ci stiamo. Il premier intervenga in prima persona e proponga, a partire dalla pubblica amministrazione e dalla classe politica, delle scelte all’altezza dei sacrifici che dovranno fare tutti gli italiani». Su questo punto, Enrico ha ricordato che l’ultimo Governo di centro sinistra tagliò del 30% gli stipendi dei ministri e dei sottosegretari. A differenza di quanto proposto dal ministro leghista Calderoli di un taglio di un 5%, poi salito al 10%.

«Chiediamo al governo – ha proseguito Enrico – di fare un manovra che non sia di forbici e di emergenza ma di riforme: quella fisco e del welfare. È necessario – ha spiegato – che attraverso la manovra si operi per il meglio del paese, colpendo i privilegi e cercando di aiutare quella parte di società che può crescere. Per questo chiediamo alla regione Lombardia di mettere in campo un’iniziativa perché la Lombardia è la locomotiva del paese e da qui può partire la crescita».

«Siamo pronti – ha aggiunto – a fare la nostra parte a patto che il governo faccia riforme e non intervenga solo nella logica emergenziale delle forbici. Bisogna far sì che il peso della tassazione sia ridotto su chi lavora e produce. Vorremmo un fisco tipo ‘parabola dei talenti’. Questa parabola racconta che il servo sciocco viene punito perché il talento lo tiene sotto la sabbia, e viene premiato, invece, chi il talento lo fa girare. Noi abbiamo un sistema fiscale oggi che è l’opposto: si premia chi il talento lo tiene sotto la sabbia, chi vive di rendita. E si penalizza chi lavora e produce. Noi vogliamo una manovra che colpisca i privilegi e aiuti quella parte della società che vuole e può crescere».