«Solo scenografia, al Mezzogiorno sono stati scippati anche i fondi Fas»

«Solo scenografia, al Mezzogiorno sono stati scippati anche i fondi Fas»

Intervista rilasciata da Enrico a Teresa Bartoli pubblicata su «Il Mattino» il 20/09/2010

Letta: negli ultimi due anni cresciuto il divario con il Nord. Servono interventi strutturali

«Berlusconi, con la sua scenografica ricetta di opere faraoniche è il sintomo della malattia del Mezzogiorno»: il vicesegretario del Pd Enrico Letta boccia il prernier. La sua controproposta arriverà da Sud Camp, la tre giorni – dal 23 al 25, tra Eboli e Paestum – che vedrà la presenza di tanti giovani e interlocutori di tutti i partiti.

Berlusconi ha presentato la sua formula salva Sud: cento miliardi, grandi opere come il ponte sullo Stretto. Può sconvocare Sud Camp.

«Al contrario. La situazione è da allarme rosso: il divario tra Sud e Nord – in particolare tra Calabria, Campania e Sicilia e il centro nord – sta crescendo, unico tra quelli storici in Europa, che si stanno riducendo. Un dato gravissimo, accentuatosi in questi ultimi due anni».

Davvero può essere colpa del governo e della Lega federalista? Berlusconi denuncia l’incapacità delle amministrazioni locali.

«Non ci fermeremo certo alla facile denuncia delle colpe del governo. Sicuramente è un divario che sta crescendo da tempo e sicuramente è dato da un problema strutturale pesante fatto di incapacità di spesa, connivenze di settori istituzionali ed economici con l’illegalità e, terzo nodo figlio dei primi due, esodo della migliore gioventù del Mezzogiorno che prima andava al Nord ora va direttamente all’estero. Dati però, lo ripeto, acuiti negli ultimi due anni».

Boccia anche le grandi opere?

«Berlusconi, con il suo approccio scenografico, è il sintomo della malattia: pensare che il Sud si riscatti sbandierando il sogno faraonico e inutile dei ponti sullo Stretto. C’è bisogno di cambiamenti strutturali. Invece di ponti faraonici, servono opere pubbliche come l’alta velocità fino a Reggio Calabria o la ferrovia tra Palermo e Messina. E, a proposito dei guasti determinati dal governo, è la prima volta in sessant’ annidi storia repubblicana che – usando i fondi Fas come cassaforte per le emergenze nazionali – invece di impiegarle risorse del Paese per aiutare il Mezzogiorno si usano le risorse del Sud per aiutare il Nord».

Il governo assicura che il federalismo fiscale farà crescere la qualità dei servizi al Sud e calare i costi. Perché contestate la riforma?

«Il federalismo è uno strumento, non il fine. Se viene utilizzato in modo brutale, secondo la ricetta nordista, è negativo per il Sud. Invece, soprattutto in campo fiscale, può essere positivo, imponendo responsabilità alle amministrazioni e tracciabilità delle imposte».

Al Sud c’è anche un problema di credibilità della politica. Come spiegherà il Pd l’eventuale sostegno al ribaltone di Lombardo in Sicilia?

«La discussione, per quel che ci riguarda, è sul merito e non certo sulle poltrone. Il canale di credito aperto nasce dal fatto che la Sicilia è l’unica regione del Sud che, in questi due anni, ha dato un segnale in controtendenza sulla sanità. Se non saranno messe in cantiere riforme rigorose su sanità, rifiuti e costi della politica, è evidente che non sarà possibile alcuna intesa».

Il Pdl sospetta invece che con l’Mpa stiate trattando l’accordo per le politiche e conquistare il Senato.

«Chi sta facendo compravendita di voti è Berlusconi. Noi discutiamo di riforme».

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Ha chiesto a Veltroni un passo indietro. Non è negare problemi, evidenti? I sondaggi vi vedono fermi.

«Sono il primo a sapere che i nostri problemi sono tanti e l’appello all’unità non vuol certo soffocare la discussione. Quanto ai sondaggi, Di Pietro scende molto pi di noi: centrodestra e centrosinistra sono entrambi assediati dall’antipolitica che cresce. E su questo che va. discussa ed elaborata una strategia».

A Sud Camp arriveranno rappresentanti di Udc e Fli. È la prefigurazione di una alleanza?

«No, è il modo per cominciare a discutere e non stare fermi».