Il premier non riesce a controllare il dissenso

Il premier non riesce a controllare il dissenso

Intervista rilasciata da Enrico a Marina Nemeth, pubblicata su «Il Piccolo» di mercoledì 14 luglio.

«È necessario che gli italiani vedano tutto il film dell’orrore rappresentato in questi mesi dalla maggioranza di governo. Esponenti di rilievo inquisiti, prese di posizione interne sulla questione morale (ieri intorno a questi temi sono intervenute sia i ministri Carfagna sul caso Cosentino che la Gelmini sulle vicende che tirano in ballo Verdini). Siamo alla rissa continua, ad una situazione insostenibile, che neppure i telegiornali di area berlusconiana possono più nascondere. E non sarà sufficiente auto amputarsi di un giornalista dinamico e non fazioso come Corradino Mineo per rendere monocorde l’informazione».

Enrico Letta vicesegretario del Pd (fresco della presentazione del libro scritto con Lucio Caracciolo “L’Europa è finita?”) dipinge, senza peli sulla lingua, uno scenario a rischio implosione per l’esecutivo guidato da Berlusconi. «Quello che sta accadendo – afferma – sta facendo esplodere tutte le contraddizioni di questa maggioranza su tutti i temi. La novità è che le fonti di dissenso si moltiplicano e che Berlusconi rischia di non controllare più gli eventi e chi gli sta accanto».

C’è però chi accusa il Pd di essere latitante proprio in questo momento di debolezza del governo e di non prendere posizioni decise.

È falso: presenteremo una mozione per chiedere la sfiducia a Cosentino. E chiediamo, con forza, che il governo faccia un passo indietro se non ha la forza di governare. I numeri li ha, se non ci riesce deve trarne le dovute conseguenze.

Cosa pensa di un governo di larghe intese, come quello ipotizzato da Casini e dall’Udc per uscire dallo stallo?

Consentirebbe a Berlusconi di avere una nuova occasione. Che non si merita. Quindi siamo contrari. È quantomeno inusuale che un capo del governo eletto a maggioranza si ricicli in un esecutivo di larghe intese.

I sondaggi danno il premier il calo, ma il Pd non cresce. Segnale allarmante?

È prematuro trarre conclusioni. I conti li faremo al momento di un eventuale ricorso alle urne, dopo che gli italiani avranno valutato le nostre proposte politiche alternative.

Se la situazione dovesse precipitare e Berlusconi gettare la spugna, che scenario vi immaginate?

Il nostro punto fermo è la figura del Capo dello Stato. Napolitano ha un ruolo di indirizzo e di guida in cui noi crediamo con fermezza. Anche i suoi interventi di questi giorni a Trieste, dimostrano la sua capacità di portare l’Italia nel futuro superando divisioni e contrasti. In questo senso, da parte nostra, tutta la fiducia.